No TAV è un movimento di protesta italiano sorto nei primi anni novanta del XX secolo, nel quale si riconoscono gruppi di cittadini accomunati dalla critica alla realizzazione di infrastrutture per l'alta capacità e l'alta velocità ferroviaria (comunemente note come TAV, "Treno ad Alta Velocità"),[1] prese come simbolo ed esempio di una gestione ritenuta inadeguata dei beni comuni, della spesa pubblica, del territorio e della politica.
Le linee ferroviarie al centro delle proteste sono contestate principalmente per via del costo ritenuto eccessivo rispetto alla loro utilità, anche a fronte dell'impatto ambientale e dei danni sulla salute umana nei luoghi coinvolti dalle costruzioni.
Movimenti simili ma con nomi diversi si sono diffusi in alcuni stati europei, nelle regioni di confine con l'Italia alcuni movimenti hanno anche adottato la stessa sigla "No TAV" e i simboli connessi (come in Savoia dove la traduzione di TAV sarebbe TGV).