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Biblioteca 2012 Indice globale della fame

2012 Indice globale della fame

2012 Indice globale della fame
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Resource information

Date of publication
Janeiro 2012
ISBN / Resource ID
127151
Pages
67 pages

Nelle ultime due edizioni l’IndiceGlobale della Fame (Global Hunger Index - GHI) aveva approfondito temi che sono tuttora di grande attualità: la denutrizione infantile e la volatilità dei prezzi dei beni alimentari. Gran parte dell’Asia negli ultimi anni ha visto il PIL di diversi Paesi crescere con tassi superiori al 7%, ma la maggiore ricchezza non si è sempre tradotta in unmiglior accesso a un’alimentazione di qualità. Una ricerca del governo indiano del 2012 ha evidenziato che la percentuale dei bambini sotto i cinque anni denutriti e sottopeso è calata in modo poco significativo nell’ultimo quinquennio (dal 43% al 42%)1, mantenendosi su valori pressoché doppi persino rispetto all’Africa subsahariana. Lamisera dieta dei bambini indiani, come ha mostrato il GHI 20102, non migliorerà fino a quando non si affronterà il tema della strutturale diseguaglianza tra uomini e donne che affligge gran parte dell’AsiaMeridionale.Una diseguaglianza che è all’origine dello scarso accesso femminile ai servizi sanitari,
all’istruzione, al lavoro e che in ultima analisi si traduce in un maggiore povertà familiare e in un alto numero di bambini denutriti, i quali a loro volta faticano ad accedere a opportunità di sviluppo. I prezzi dei beni alimentari si mantengono su livelli elevati, rispetto a cinque anni fa, e la fibrillazione dei mercati non accenna a diminuire. Le cause indicate dal GHI 20113 sono: speculazione finanziaria sulle materie prime, concorrenza tra cibo e biocarburanti, condizioni metereologiche estreme e cambiamento climatico. Questi fattori sono talmente profondi e diffusi che persino due player del mercato dei cereali, come USA e Russia,minacciano continuamente di rivedere le loro esportazioni per calmierare i prezzi dei beni alimentari destinati all’approvvigionamento interno4. Non è quindi retorico chiedersi, come fa il rapporto di quest’anno, se ci sia abbastanza cibo per tutti e se le risorse per produrlo siano sufficienti. Terra, acqua ed energia appaiono sempre più scarse.Dal Sahel al Corno d’Africa, dal Medio Oriente al Sud Est Asiatico, passando per le grandi catene montuose asiatiche, la costruzione di sbarramenti per la produzione di energia lungo i principali fiumi e il più intensivo sfruttamento per l’irrigazione innescano conflitti per l’acqua. Inoltre la terra coltivabile è diventata un bene così prezioso che - anche laddove non è di ottima qualità - viene acquistata, specie in Africa, per creare produzioni di beni alimentari destinati all’esportazione. È il cosiddetto land grabbing, l’accaparramento delle terre. In dieci anni, secondo l’International Land Coalition5, 203milioni di ettari sono stati acquistati (ceduti) o affittati fino a 99 anni, specie in Africa: una superficie pari a sette volte quella dell’Italia, oltre venti volte quella delle nostre terre coltivabili, più o meno le dimensioni dell’Europa nord-occidentale.

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Authors and Publishers

Author(s), editor(s), contributor(s)

Yohannes, Yisehac
von Grebmer, Klaus
von Oppeln, Constanze
Thompson, Jennifer
Badiane, Ousmane
Ringler, Claudia
Wiesmann, Doris
Olofinbiyi, Tolulope

Geographical focus